I testi delle canzoni dei Lost Orpheus
Due derive
Siamo come due derive
che fendono il vento che arriva
dal mare nell’ora sonora
del silenzio e del tramonto.
Vi affondiamo incuranti dell’ora;
ma io non vorrei
essere in nessun altro posto
con nessun’altra persona.
In nessun’altra memoria.
Con nessun altra fermare il tempo.
dire addio alla storia.
Due derive
Area di sosta
Col sole aranciato basso sull’orizzonte
procediamo lenti e sorpassati dai padrepii
disegnati sulle fiancate dei tir.
Il sonno di noia è senza sogni,
la fame senza spasimi,
il pullman ha una direzione ignota.
E’ naturale dimenticare
l’ultimo problema esistenziale
in un’area di sosta autostradale,
tra gli sbuffi dei freni a pressione
dei tir a lunga percorrenza, di notte.
La sola compagnia di un passeggero
incupito nelle sue cuffie color latte
e l’autista, che fuma una sigaretta dopo l’altra,
ricordano l’Epiro o la Tunisia meridionale.
Petrolio
E’ l’alba di un nuovo giorno
in Val d’Agri, ma sembra la fine,
tra nebbia, interruzioni, copertoni,
gallerie interminabili senza luce,
e fiumi di fumo di catrame bruciato.
I pesanti Tir vanno a prelevare petrolio,
una grande ricchezza che scorre in mani
di società multinazionali lontane,
lasciando sull’asfalto e sui campi scie
di chiazze inquinanti oleose e malsane.
Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.
Siamo nella Chernobyl lucana.
A nessuno importa che qui c’è gente
sull’orlo di un disastro ambientale.
Farà la fine dei propri nonni
in una nuova migrazione meridionale.
I paesi giacciono in fin di vita
e sul paesaggio tanto decantato
ma che è ormai solo un malato
neanche il cielo è più sincero,
chiazzato di offese e maltrattato.
Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.
Intorno al “Centro Oli” di Viggiano
non cresce più neanche una mela.
Era un terreno fertilissimo,
ci hanno buttato tanto veleno
da farlo diventare una discarica.
I contadini vendono i terreni,
non servono più a niente,
la storia delle generazioni svanita,
qui niente ha ormai più senso,
nemmeno forse la vita.
Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.
Notte di sortilegi
Notte di sortilegi
cielo di fregi, sulla costa
fra raffiche impetuose di vento,
vento di terra che frena il mare,
vento che porta fuoco nel rogo
e incendia la notte di San Lorenzo,
vento che scuote
in una moltitudine di scintille,
fosca la notte nel fuoco dei fuochi
che dipinge di sue vampe
il mare atterrito. Le stelle perdono
la scena spaurite tra folate che rotolano
sassi in un groviglio di alberi allampati,
tra spire che vorticano come baccanti.
Fuoco che brucia nel caldo
vento che non tace.
Notte di sortilegi
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