Composizione, nel linguaggio artistico, indica la disposizione/collocazione degli elementi all’interno di un campo visivo. Essa è uno degli elementi che condizionano il peso visivo e l’equilibrio.
Nelle arti visive – in particolare la pittura, la grafica, la fotografia e la scultura, la composizione rappresenta il collocamento o la disposizione degli elementi visivi in un’opera d’arte. Può anche intendersi come l’organizzazione degli elementi presenti all’interno dell’opera secondo le regole della rappresentazione artistica.
La composizione ha una particolare importanza in architettura.
Ci sono delle immagini che ci colpiscono particolarmente e all’occhio risultano eccezionali: si tratta di opere che stuzzicano la vista ed il piacere della mente, magari per il contenuto narrativo o piuttosto per la tecnica.
In ogni caso, che si tratti di immagini elaborate da un meticoloso calcolo o da un impetuoso istinto, che siano riflesso del mondo reale o frutto della più recondita fantasia, quello della composizione è il momento artistico essenziale, primario ed essenziale che dona il “peso visivo” e l’equilibrio: è il momento inevitabile!
Se la composizione è in grado di fornire inaudita bellezza all’immagine, è necessario render grazie a colui che, per primo fra i “moderni”, ne individuò l’importanza: Cezanne.
“In pittura bisogna metter d’accordo occhio e cervello, sensazione ed intelletto” sosteneva Cezanne; ed ancora “in natura c’è disordine, occorre mettervi ordine”: l’ordine di cui parla è, appunto, quello compositivo.
Lo scopo di un percorso in design, e di tutto il complesso corpo di discipline in merito, è proprio quello di ottenere la capacità di dare vita a “testi visivi” che possano incuriosire, ammaliare ed intrigare per la grazia della tecnica.
Funziona come per la stesura di un testo scritto: come in questo caso esistono delle regole di grammatica, di sintassi e di ortografia da rispettare, anche nella composizione di immagini ci sono delle regole morfologiche e cromatiche.
Conoscere le regole è di fondamentale importanza sebbene si consiglia di oltrepassarle, di osare, di crearne di nuove evitando così il rischio di dar vita a lavori noiosi e “rigidi”.
Comporre (dal latino “cum porre” ossia “mettere insieme”, “mettere vicino”) consiste, appunto, nel mettere vicini due o più colori, due o più forme, coordinandoli: in tal modo uno supporta l’altro ed il lavoro otterrà equilibrio estetico, acquisito da una forma grafica amabile, piacevole ed un valido equilibrio psicologico, necessario per conferire al lavoro l’espressione del contenuto.
Gli artisti in senso ampio come pittori, fotografi, ma anche registi, guardano ciò che è all’interno del loro campo visivo ma, nel momento in cui creano un’immagine, selezionano ciò che è eloquente ed espressivo, estrapolandolo dalla cornice.
In un’era in cui le immagini sono decisamente in inflazione, un artista non può di certo rischiare di cadere nella più scontata delle banalità o nella selezione vuota e passiva.
Comporre quindi vuol dire anche scegliere consapevolmente, ed infatti la prima attività che si compie riguarda la presa di decisione circa le cose che si vogliono rappresentare e a seguire la disposizione all’interno del campo.
COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE: LE REGOLE
La composizione di un’immagine dovrebbe essere il modo col quale un artista riesce a travolgere l’occhio e la mente del “ricevente”, con opere minuziose e surreali che siano equilibrate esteticamente tanto quanto a livello espressivo: dovrebbe, in qualche modo, essere il riflesso dell’anima dell’artista, una sferzata nel caos ed il frastuono della realtà, che riesca a rapire e trasportare lo spettatore, trasformandola in armonia. Comporre un’immagine significa realizzare un “testo visivo”, dove lo scopo estetico viene perseguito per mezzo della disposizione degli elementi all’interno del frame, quello espressivo è invece connesso a schemi compositivi che hanno sempre un significato in grado di evocare emozioni.
Ad esempio, la disposizione secondo andamenti di tipo classici (orizzontale, verticale, obliquo) danno vita a composizioni esplicitamente statiche piuttosto che dinamiche.
Per comporre e dar vita al connubio fra armonia ed equilibrio, vi sono delle regole da far proprie e da seguire, ma le stesse sono nate affinché vengano infrante: il consiglio per non creare lavori stereotipati e “vuoti” è proprio quello di superare le regole stesse, trovare un proprio stile e partorire lavori fatti di musicalità e grazia.
COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE: INQUADRATURA\CAMPO
Un riquadro vacante ha in sé determinate potenzialità dinamiche. La maggior parte delle volte l’effetto dinamico delle linee, delle forme e dei colori dell’immagine ha il predominio assoluto. I margini dell’inquadratura possono avere più o meno influenza ed i bordi del frame, assieme agli angoli, sono determinanti nella composizione: è così che entrano in relazione con le linee diagonali dell’immagine stessa dando vita ad angoli con un determinante impatto visivo.
Per dare dinamicità alla scena si trae profitto nell’utilizzo delle diagonali.
La forma del campo ha decisamente una certa influenza sulla composizione, sebbene utilizzando macchine fotografiche e/o strumenti digitali vari vengano utilizzati per lo più dei formati fissi, ad esempio il 4:3 nel digitale, almeno per quanto riguarda la fotografia.
Per ottenere un miglior impatto visivo è buona regola sfruttare le cornici naturali come le porte, le finestre e così via.
Il “campo” non è altro che il frame, il formato, ossia il riquadro all’interno del quale viene composta l’immagine da acquisire o da realizzare. Considerando che l’inquadratura è bidimensionale, non ci si può esimere dal dire che, dal punto di vista geometrico, si verificano fenomeni notevoli: è chiaro che la geometria del piano e la tridimensionalità dello spazio sono cose del tutto distinte.
Per quanto riguarda le forme, è necessario tenere in considerazione le sfocature, le grandi profondità di campo come essenziali.
Esistono suddivisioni del campo che donano una certa vivacità e, al contempo, strutturalità alla medesima immagine. Tutto influisce alla variazione della visualizzazione ovvero all’angolazione della ripresa, ma anche alla tipologia di costruzione 3D.
È quasi divina la liaison esistente fra le arti visive, le regole grammaticali e le scienze matematiche: l’arte visiva è comunicazione e la comunicazione artistica è sicuramente un fenomeno complesso come qualunque altro tipo di comunicazione.
Ma come in qualunque tipo di comunicazione, anche la “grammatica visiva” gode di regole: ha una sua sintassi, delle funzioni e viene usata in vario modo.
Per quanto riguarda il campo, all’interno del rettangolo, deve essere individuato quello che per alcuni è la messa a fuoco, ossia un centro, sebbene nella pratica non si pone mai un soggetto nell’esatto centro dell’inquadratura: ciò che ne verrebbe fuori sarebbe una mancata naturalità.
Ma seppur la perfezione non appartenga a questo mondo e, di riflesso, creare un’immagine perfetta o una foto perfetta è un’idea del tutto astratta, vi è qualcosa di perseguibile, come la “sezione aurea”.
COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE: LA SEZIONE AUREA
L’uomo che da sempre aspira all’etereo e da sempre indaga sulle strane leggi che governano il mondo, cerca affannosamente di emularne la perfezione che appartiene solo al mondo del divino: la scienza e le regole matematiche furono i mezzi di cui, ancora oggi, si serve per perseguirne il fine. Così, nel lontano 300 a.c., il matematico Euclide, assieme al collega Archimede, elaborarono un rapporto geometrico che conferisce alle composizioni un equilibrio sovrannaturale: la sezione aurea, conosciuta anche come “Divina proporzione” è infatti alla base di tutte le costruzioni.
Si può dire che una linea retta sia stata divisa secondo la proporzione estrema e media quando l’intera linea sta alla parte maggiore così come la maggiore sta alla minore.
(Euclide)
La geometria ha due grandi tesori: uno è il teorema di Pitagora; l’altro è la divisione di un segmento secondo il rapporto medio ed estremo. Possiamo paragonare il primo a una certa quantità d’oro, e definire il secondo una pietra preziosa
recitava Keplero e di certo non si sbagliava! Considerata già dall’antichità monito per i canoni di bellezza di grazia e di armonia, questa proporzione ha ammaliato non sono matematici ma anche storici, artisti, biologici e addirittura asceti!
Parafrasandone quella che è la rappresentazione grafica, la sezione aurea corrisponde ad un numero irrazionale, 1,6180339887…, che può essere rappresentato da una linea: l’intera linea è 1,618034…volte più lunga del segmento più lungo e il segmento più corto è 1,618034…volte più lungo del segmento più corto.
Un esempio che possa dar l’idea di cotanta mirabile bellezza è il Partenone: gli architetti Ictino e Callicrate, nella seconda metà del V secolo, hanno sintetizzato nel Partenone tutte le loro esperienze in campo architettonico, realizzando in maniera assoluta l’ideale ellenico di misura equilibrata. Tale monumentale bellezza è da vedere come un organismo, ove ogni sua parte ha ragion d’essere, solo in quel loco e in nessun altro. Ogni cosa è meticolosamente frutto di calcoli di un ordine logico.
COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE: LA REGOLA DEI TERZI
Di origine pittorica, consiste nel dividere la scena, il campo, in tre parti orizzontali e tre verticali e posizionare il punto di interesse nelle intersezioni: si otterranno nove moduli e lo scopo è quello di utilizzarne poi gli assi o gli incroci ottenuti.
Gli elementi più rilevanti, in effetti, vanno posizionati lungo le linee orizzontali e verticali.
COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE: EQUILIBRIO
Per avere una “composizione bilanciata” è necessario dosare, il giusto peso e la direzione.
L’occhio vuole sempre la sua parte ed è essenziale perché possa conquistare la mente: la dimensione, il colore, il contesto all’interno del quale è posto sono tutti elementi che entrano in gioco per far scattare la chimica, come quando siamo innamorati, in maniera imponderabile, incomprensibile e misteriosa. Esiste un rapporto direttamente proporzionale tra il peso e l’“isolamento” del soggetto che varia in base al colore: una sorta di “ossimoro visivo” che, paradossalmente, fa’ in modo che i colori chiari pesino più di quelli scuri, ed i colori caldi più di quelli freddi.
L’equilibrio, per definizione, si ha quando tutte le forze che intervengono imprimono una certa pressione su di una struttura non producendo movimento: il momento in cui si sovrappongono l’alto ed il basso, si annullano le forze che governano il mondo cessando di esistere. E come funziona per i pesi di una bilancia, la composizione gode di equilibrio nel momento in cui i pesi delle figure sono tra loro bilanciati e gli elementi del testo visivo sono percettivamente stabili. L’immagine, per avere successo, deve avere quindi un certo “peso visivo” all’interno della cornice, quella forza virtuale che tira e trascina l’attenzione di chi la guarda.
COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE: RITMO COMPOSITIVO
Dicono che le stelle abbiano la forza di guidare le navigazioni ed indicarne le rotte e secondo un misterioso ritmo dell’universo tutto si muove, tutto danza e si trasforma: allo stesso modo, ogni essere umano ha un motivetto, un ritmo dentro l’anima e quando giunge all’orecchio, lo sente e lo riconosce come sublime e dona l’illusione dell’appartenenza. Il ritmo: ciò che definisce i sentimenti prima ancora che possano trovarsi le parole. Ogni composizione, oltre che equilibrata, deve essere variata nel ritmo e nelle forme: il contrasto che scaturisce da un soggetto alto ed uno basso, da un soggetto grande e l’altro piccolo, crea un forte legame tra le forme. È così che l’attenzione viene rapita da un punto d’attrazione!
COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE: SIMMETRIA
“Il libro della natura è scritto con i caratteri della geometria” (G. Galilei)
Le forme semplici e regolari sono quelle che più facilmente si imprimono nella memoria e con la stessa semplicità riaffiorano. Le strutture viventi organiche ed inorganiche presenti in natura sono gli esempi più immediati di simmetria: basti pensare alla perfezione di una farfalla od a quella di una conchiglia che, per il nostro sistema percettivo, è fattore esteticamente armonioso. Ciò che può aggrada l’occhio umano sono gli elementi speculari.
La creatività è senza dubbio una meravigliosa forma privilegiata di linguaggio dell’artista che, in modo unico ed originale, si fa specchio del mondo e dell’universo tutto, è “intuizione che si fa espressione”. Il testo visivo, agli occhi del lettore sarà quindi comunicazione, elevazione intellettuale, prostrazione a dio, distacco dalla realtà e prospettivismo: la composizione e la prospettiva sono gli strumenti mediante i quali l’artista mette ordine ed equilibrio fra linee e forme, donando vita a lavori che abbiano un senso visivo ed un effetto di tridimensionalità spaziale. Come le fondamenta di una casa che se non ci fossero non ne esisterebbe alcuna solida, allo stesso modo non esisterebbe alcuna bell’opera senza una composizione efficace e, nel caso dell’arte figurativa, nessuna buona prospettiva; ed ancora, non vi sarebbe nessun’arte “illusoria”, nessuna visione onirica, nessun buon matte painting se non ci fosse di base una composizione da Dio.

Categories: T01.02- Elementi di Anatomia, Prospettiva e Composizione
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