Antonio De Lisa- Parigi in sciopero. Cronaca di una settimana di fuoco

Parigi 27 dicembre 2019- La prima impressione di una Parigi in sciopero permanente è quella di un caos controllato. I trasporti pubblici non funzionano ma la gente (a centinaia) aspetta con pazienza il raro bus che passa ogni tanto. Le macchine invadono ogni centimetro quadrato perché la gente deve andare comunque a lavorare. Il tassista che mi ha portato a destinazione solidarizza con i Gilet gialli perché ci sono aumenti ogni 6 mesi .

C’è un solo argomento in questi giorni a Parigi: lo sciopero dei trasporti. La vera novità – anche politica- è stata questa: l’,appoggio dei sindacati alle proteste nate da Gilets gialli. In questo modo il movimento ha avuto una testa e una strategia e sta ottenendo dei risultati, che dovrebbero arrivare ormai nel giro di poche ore.

Oggi, 28 dicembre, è prevista una manifestazione (Gare di Nord-Chatelet) ma non dovrebbero esserci problemi di ordine pubblico. Quando è entrato in gioco il servizio d’ordine dei sindacati è tutto molto più efficace e meno violento.

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Dissensi per l’entrata dei sindacati nella lotta dei Gilets gialli. Qui bisogna intendersi: si vuole la crescita di un movimento di opposizione alle politiche neoliberiste o qualche manifestazione selvaggia e qualche vetrina spaccata? Io opterei per la prima soluzione ma vedo che non tutti a sinistra sono d’accordo.

Alla fine di una giornata in cui ho potuto assistere per la prima volta a una manifestazione dei Gilets gialli e dei sindacati ho maturato un giudizio. Chi sono questi Gilets gialli: camionisti, elettricisti, manovali, piccoli commercianti, operai, insegnanti; in poche parole la classe media proletarizzata. I sindacati a loro volta hanno portato gli operai delle fabbriche. A mio modesto avviso questo è un possibile blocco sociale capace di opporsi alle politiche neoliberiste e puramente finanziarie.

Avrei nuove notizie sullo sciopero francese. La preoccupazione di alcuni sembra essere che se non scende in campo il settore privato la battagli è perduta. Che cosa si intende per settore privato dovrà essere chiarito: lo sciopero delle fabbriche?

Dopo le feste riprendono le trattative fra sindacato (ormai padrone del campo) e governo, con Macron sullo sfondo. I due protagonisti sono l’uno opposto dell’altro: Edouard PHILIPPE (primo ministro) e PHILIPPE Martinez (capo della Cgt).

Ritratto di Philippe Martinez, leader della Confederazione Generale del Lavoro. Quando appare in televisione che stringe la mano al primo ministro sembra impacciato e fuori ruolo ma dicono che sia un negoziatore capace. Con i baffi spioventi da operaio del cinema neorealista anni ’50, in realtà non teme la sua controparte, appunto Philippe, che è alto ed elegante. Al tavolo delle trattative sono alla pari, anzi Martinez può vantare un rilancio sindacale di una certa importanza. I francesi appaiono abbastanza tolleranti degli scioperi e la raccolta di denaro per gli scioperanti è andata molto bene. I giornali prevedono nuove manifestazioni il 9 gennaio, ma è chiaro che tirerà la corda con più decisione ha la vittoria in tasca, ma nessuno dei due può giocare troppo con la pelle dei francesi.

Martedì è previsto un intervento di Macron in televisione, per gli auguri di Capodanno. Non si sa se dirà qualcosa sugli scioperi e cosa. In queste ore si starà consultando con sua moglie, quella Brigitte Macron che è sempre più considerata una diva dalle televisioni francesi

Visto “J’accuse” di Roman Polanski in un cinema di Les Halles a Parigi, l’ambientazione giusta per vedere un film del genere. Secondo me Dreyfus non esce benissimo da questo film, il cui vero protagonista è il colonnello Piquet, che lo salva dalla galera. Alla fine il ringraziamento di Dreyfus consiste nel dirgli che ha fatto il suo dovere. Il film è veramente bello, con la macchina da presa che segue gli attori a un metro e mezzo di distanza, esaltandone l’espressività. L’affare Dreyfus segna l’intervento degli intellettuali sulla scena politica, un elemento tipico del Novecento. Grande film.

30 dicembre. Per arrivare al Mercato delle pulci sto girando mezza Parigi, è tutto ancora molto caotico, molta gente alle fermate di bus e tram,, che passano uno su quattro

Il mercato delle pulci l’ho preso appena prima della chiusura, dopo aver attraversato in taxi una Parigi supertrafficata, caotica e indisciplinata al modico prezzo di 35 euro. Erano 30 che mancavo dal mercato e comunque le città non puoi vederle solo in metropolitana. Il mercato era un’occasione e oggi è l’ultimo giorno.

Davanti all’ingresso del Mercato delle pulci è proliferato nel tempo una specie di suk, ancora più disordinato. Anche il mercato di Camden Town a Londra si è molto allargato ma un stile ben diverso. Anche a Mosca c’è un mercato gigantesco, ma molto più vario. E Porta Portese la conosciamo. Non credo che quello di Parigi sia più nelle prime posizioni.

Stavo notando la perfetta organizzazione del sindacato degli autisti ( cheminots).. C’è una precisa strategia ad aprire e chiudere le stazioni. Oggi il traffico è più scorrevole perchè giorno festivo. Ieri molto disordine. Domani non si sa. Stasera migliaia di persone in piazza all’Etoile.

Parigi col sole si riavvicina alla sua parte mediterranea, con scorci improvvisamente impressionistici. Nel giorno di festa poi appare rilassata e gaudente. Intorno all’Arco di trionfo fervono i preparativi per una nottata belle époque.

Centro di Parigi bloccato, ma un bicchiere di champagne si può ancora bere.

Una Parigi che ha fatto parecchia baldoria nella notte di Capodanno nonostante le misure di sicurezza ( comprese quelle antiterrorismo) è immersa in un sogno ristoratore.
Tra le misure antiterrorismo anche i blocchi di cemento anti auto-bomba sugli Champa Elysées.

Parigi in sciopero- guardando le tv francesi emerge che Macron vuole portare fino in fondo la Riforma delle pensioni. Con quale spirito si riprende la trattativa da domani?

2 gennaio 2020. La colonna sonora nel centro della capitale francese stamattina è rappresentata dalle sirene dei furgoni della polizia, nel pieno della ripresa lavorativa. Sto cercando di capire dove si diriga la colonna dei furgoni, ma non è chiaro. È chiaro solo che si tratta di furgoni non di macchine isolate. Furgoni colmi di poliziotti in assetto.

Mentre di Marie Le Pen si sono perse le tracce politiche quello che campeggia sui giornali è l’appello della CGT allo sciopero generale se il governo non ritira la legge sulle pensioni; laddove si dimostra che lo sciopero generale è ancora un’arma politica più che valida. Intanto i Gilets gialli tornano sul piede di guerra.

Noi lo vediamo così, con la scritta rumorosa e squillante, ma in realtà La Rotonde a Montparnasse è il luogo dove si riunivano Picasso, Modigliani e Apollinaire. Erano tempi in cui l’arte era sul crinale tra modernità (Modigliani) e avanguardia Picasso e Apollinaire.

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Le televisioni sparano in continuazione immagini della crisi tra Iran e Stati Uniti.

La politica disastrosa di Trump sta sfociando in una guerra, col rischio che venga persino rieletto.

Arrivederci Parigi – un bilancio

TEATRO- La scena teatrale parigina continua a sembrarmi molto interessante. Date le feste non ho potuto vedere niente di nuovo, ma si annunciano spettacoli coinvolgenti dal punto di vista drammaturgico.

SOCIETA’- La novità francese dell’ultimo anno e mezzo è senza dubbio quella dei Gilets Jaunes (Gilets gialli), che hanno fatto segnare la ripresa delle lotte sociali in una società globalizzata. Ne ho potuto constatare la forza dal vivo.

LETTERATURA- La povertà della letteratura contemporanea è segnalata dal fatto che si riscoprono i classici moderni, come Albert Camus, esaltato sia da Le Figaro che da Le Monde. L’unica novità odierna è il libro di Vanessa Springora ( Le consentement), che racconta la relazione da minorenne con lo scrittore Gabriel Matzneff.

Antonio De Lisa – Diritti riservati 2020



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