“Creta” è l’appellativo che usualmente si utilizza per definire una roccia sedimentaria, anche se sarebbe più corretto chiamarla “argilla”. Creta e argilla definisco dunque lo stessa cosa.
Come lavorare la creta? Modellare la creta è bellissimo anche perché, se ci pensiamo bene, nessuno, messo davanti ad un pezzo di materiale plastico (plastico nel senso originario di modellabile; niente a che vedere con PVC, politene, bachelite ecc), resiste alla tentazione di prenderlo fra le mani e di arrotolarlo in palline, stenderlo in fili, schiacciarlo a focaccetta e di trasformarlo come meglio gli detta la fantasia e gli consente la manualità.
Cosa serve per lavorare la creta

L’attrezzo fondamentale per modellare creta sono le mani (una lavora e l’altra sostiene il pezzo) ma per alcuni lavori come gli scavi, il tracciamento di linee, dritte o curve, o di fori, la lisciatura di zone particolari si usano sgorbie ad occhiello, lisciatoi e spatole.
La preparazione della scultura in creta
Lavorare l’argilla in blocco non è possibile in quanto spesso nel blocco si trovano sacche d’aria e impurità come sassolini, paglia ecc. I blocchi quindi vanno tagliati, col filo, a fette spesse un dito così da individuare e togliere le impurità maggiori, le fette vanno poi rimesse insieme cambiandole di posto e sbattendo il pacco sul banco da lavoro.
Si taglia di nuovo il pacco a fette perpendicolari alle precedenti; si rimescolano le nuove fette, si rifà il pacco e lo si sbatte di nuovo sul banco. Il processo, che serve a rendere più morbida e soprattutto più omogenea l’argilla va ripetuto per una dozzina di volte (questo è anche il sistema da usare per mescolare fra loro argille diverse).
Il blocco così lavorato, avvolto con uno straccio umido ed inserito in un sacco di plastica ben chiuso, rimane utilizzabile a lungo.



Modellare la creta
Per lavorare la creta occorre pazienda: le molecole dell’argilla sono lunghe e sottili e perché il materiale dia il meglio di sé le molecole debbono disporsi parallele. Questo si ottiene con la manipolazione, operazione lunga ed abbastanza faticosa da fare su pezzi grossi all’incirca fra la noce di cocco ed il pallone da calcio, tagliati via dal blocco.
Diverse (a sella, a spirale, a testa di toro) sono le tecniche di manipolazione per i lavori con la creta, ma tutte sono dirette appunto ad allineare le molecole, aumentando plasticità e duttilità della creta rendendola docile alla mano e facilitandone la cottura dei lavori con la creta.
Dal grezzo al finito


La preparazione alla cottura argilla




I materiali plastici
Farne un elenco completo è forse impossibile: i più comuni sono la creta, la pasta di pane e la pasta di sale, il das, la cera, la stearina e la paraffina, che una volta modellati mantengono, così come sono o dopo una cottura, la forma impressagli, mentre la plastilina e il pongo, pur ottimi da modellare, possono servire solo per creazioni provvisorie.
A parte le due paste, da creare al momento dell’uso, gli altri vengono venduti pronti o quasi. Il prodotto principe, quello più antico e più usato per la terracotta lavorazione, rimane la creta materiale e su questa si basa il servizio di queste pagine. Quanto diciamo per la creta vale, con minime modifiche, per tutti gli altri materiali.
Creta per modellare
La creta da modellare viene venduta nei negozi per belle arti in blocchi di circa 25 kg. Non esiste un solo tipo di argilla buono per tutti gli usi: i più facili da trovare sono le terraglie, le ball clays, le fire clays, il caolino, i grés, le bentoniti, ecc che, da sole o miscelate, permettono di ottenere l’enorme varietà (dal mattone alla tazzina di porcellana) dei prodotti ceramici materiale per scultura inventati nel corso dei millenni.
Fonte: https://www.bricoportale.it/fai-da-te/tecniche/ceramica-e-argilla/lavorare-la-creta/

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