

Chiudo questa carrellata di ritratti con una fuga e una domanda: da cosa sta fuggendo questa donna? Non lo so perché l’ho vista così, in una specie di sogno a occhi aperti. Non so cosa stavo vedendo …

Vedete questa donna? Sta scendendo da un vespino, ha appena tolto il casco, i capelli al vento. Dove sta andando? Al lavoro, a un appuntamento? Ha dei pantaloni molto attillati, da moto, da libertà. Sono le domande che mi pongo prima di dare colore a un quadro. Senza quest domande mi sembra che il quadro non riesca a prendere vita. Donne, fanciulle, musicisti, ragazzi nel pieno delle forze: questi sono i mie soggetti; poi c’è l’infinito mare, il sole, una spiaggia dell’Italia meridionale e i deserti e la vita e i viaggi. La pittura illumina …

Questo è un disegno dell’anno scorso, sul terrazzo di casa mia, con Miro che mi sonnecchia vicino. Mi penzola da una mano una macchina fotografica. Forse – come mi capita spesso- ero partito con l’intenzione di scattare un migliaio di foto a qualsiasi cosa, poi però mi sono addormentato. Quella specie di sdraio imbottita è molto comoda. Appena mi ci siedo mi viene sonno. Il sonno benigno, calmo, senza estasi, rigenerante quando raggiungi la calma della non attività, dell’estinguersi dei desideri.

Questo ritratto l’ho appena finito. Mi frullava nella testa il volto e lo spirito di un diciottenne che nasconde la sua fragilità sotto uno sguardo e un atteggiamento da duro. E molte volte il duro lo fa davvero. Ma fa bene. Prenditi il mondo, boy ….

Riprendono i grandi concerti, anche se fra qualche mese. Rammstein a Torino . In certe manifestazioni della musica rock possiamo ancora trovare la dimensione dionisiaca, dirompente e vitale, nel deserto del perbenismo estetico contemporaneo …

Il ritratto pittorico per tradizione fissa una posa, rallenta il tempo fino a fermarlo. Ma spesso mi è capitato di cogliere l’eleganza dei gesti femminili nel movimento, non nella stasi. qui hi tentato di cogliere l’attimo di un movimento, la cesura che chiude una situazione e ne apre un’altra …

Andare oltre i propri confini libera la parte migliore di noi stessi. E allora possiamo sopportare caldo e sete come una condizione di grazia e non un sacrificio nevrotico. Succede nei deserti, quando si riesce ad ascoltare perfino se stessi.

Il mio razionalismo teoretico non mi ha mai protetto dalla tentazione dell’occulto e dell’ermetismo. Non è stato semplice entrare in contatto con persone che praticano arti misteriose, mi trovo meglio con libri ermetici … ma in fondo vengo dalla terra della magia (la Lucania magica di De Martino), non mi è del tutto estranea.

La pandemia ci ha ridotto allo stato di semplice presenza. A me piace viaggiare, conoscere la difficoltà e la bellezza del contatto umano con l’altro da me. La pandemia compila classifiche, delinea un darwinismo sanitario spregevole. Io voglio conoscere altro, altri. E disegnarli …

Per uscire dal tabu di un tabu basta alleggerire la mano. Il nudo femminile è talmente usurato dalla pubblicità che rischia di essere o inutilmente aggressivo o banale. Se lo vedessimo semplicemente per quello che è?

Nei paesi arabi si fa di tutto per celare la grazia e la bellezza femminile. Questa però compare a tratti, nelle movenze di una donna che sta bevendo una tazza di tè in un bar del Cairo. Non ho avuto l’ardire di tirare fuori il taccuino dei disegni quando l’ho vista, ma l’ho ricordata abbastanza bene quando sono tornato in albergo. Se il disegno non rende è per un difetto di arte (mia) non di grazia (sua).

Avete mai visto una ragazzina che racconta all’amica le avventure della sera precedente, con gli “occhi fuggitivi” e l’espressione sbarazzina? Col sole che non tace e che tenta di intromettersi?

Le ragazze cinesi sono minute e delicate, graziosissime. Mi piacciono tantissimo, come tutta la cultura cinese, che sto tentando con grande fatica di approfondire. Questa fanciulla l’ho vista a Xi’an. Con una scodellina di riso in mano. Di una grazia infinita.
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