Lost Orpheus Ensemble- Ruins (Testi e Musiche)

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Lost Orpheus Ensemble- Ruins

(Testi e Musiche)

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01) Tonight  (strumentale)


02) Petrolio

E’ l’alba di un nuovo giorno
in Val d’Agri, ma sembra la fine,
tra nebbia, interruzioni, copertoni,
gallerie interminabili senza luce,
e fiumi di fumo di catrame bruciato.

I pesanti Tir vanno a prelevare petrolio,
una grande ricchezza che scorre in mani
di società multinazionali lontane,
lasciando sull’asfalto e sui campi scie
di chiazze inquinanti oleose e malsane.

Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.

Siamo nella Chernobyl lucana.
A nessuno importa che qui c’è gente
sull’orlo di un disastro ambientale.
Farà la fine dei propri nonni
in una nuova migrazione meridionale.

I paesi giacciono in fin di vita
e sul paesaggio tanto decantato
ma che è ormai solo un malato
neanche il cielo è più sincero,
chiazzato di offese e maltrattato.

Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.

Intorno al “Centro Oli” di Viggiano
non cresce più neanche una mela.
Era un terreno fertilissimo,
ci hanno buttato tanto veleno
da farlo diventare una discarica.

I contadini vendono i terreni,
non servono più a niente,
la storia delle generazioni svanita,
qui niente ha ormai più senso,
nemmeno forse la vita.

Chorus
A noi tocca la fine per cancro.
le famiglie distrutte e i torti.
Ma tranquilli, egregi signori,
non daremo più fastidio,
fra poco saremo tutti morti.


03) Calanchi (strumentale)


04) Notte di sortilegi

Notte di sortilegi
cielo di fregi, sulla costa
fra raffiche impetuose di vento,
vento di terra che frena il mare,

vento che porta fuoco nel rogo
e incendia la notte di San Lorenzo,
vento che scuote
in una moltitudine di scintille,

fosca la notte nel fuoco dei fuochi
che dipinge di sue vampe
il mare atterrito. Le stelle perdono
la scena spaurite tra folate che rotolano

sassi in un groviglio di alberi allampati,
tra spire che vorticano come baccanti.
Fuoco che brucia nel caldo
vento che non tace.


05) Fast fud

Lento il treno solca
le vallate lucane,
indolente e sonnacchioso,
ogni fermata uno sbadiglio.
Il sole ha il tepore di vacanze sospese;
lunghe misteriose epocali
le fermate alle stazioncine locali.

Tra i quattro che giocano a tressette
c’è il solito imbroglione e pure incazzato
che urla parole, parole a caso
sul mesto panorama desolato.
Non c’è neanche chi vende panini
e il cesso è puzzolente e sfasciato.

Quando sale il controllore a Sicignano
s’imbuca l’abituale clandestino
il ferroviere ne ha già viste di ogni colore
chiude gli occhi e si asciuga il sudore
in un treno che stenta a decollare.

Quando vedi il Sele vuol dire che sei
quasi a Eboli, nei pressi di Salerno,
lì dove si era fermato il padreterno.
A Battipaglia c’era
un negozietto di sfogliatelle,
calde e untuose come un dolce messicano,
ora al suo posto c’è un fast fud americano.


06) Bocconiana

Sei bella, tosta e tutta in nero ora.
Al pensiero del tuo amore alla deriva
ti batte quel maledetto cuore ancora
e per ripicca ti vesti come una diva.

Metti insieme a caso happy hour
e ormoni col sapore dei soldoni
ma sembri molto giù in questo tour,
anche tutta “discoteche e Bocconi”.

Chorus
Mentre citi l’economia di mercato
e ti chiedi “l’amore che cos’è?”
versi lacrime di dolore insensato
ma è quell’amore che ora non c’è.

T’ho visto a lezione piegata e mesta
sullo smart del tuo amore andato a male,
una selfie strappata in una patetica festa
fatta durante le vacanze di Natale.

Hai troncato la tua adolescenza
e ora che da lontano guardi i messaggi
a novecento chilometri di distanza
capisci cos’è la visione dei miraggi.

Chorus
Mentre citi l’economia di mercato
e ti chiedi “l’amore che cos’è?”
versi lacrime di dolore insensato
ma è quell’amore che ora non c’è.

Ora sei sola nei tuoi vestiti a tiro,
studi in una città molto molto su
-anche se c’è qualcuno che ti prende in giro –
ma ormai non ci credi nemmeno tu.

Chorus
Mentre citi l’economia di mercato
e ti chiedi “l’amore che cos’è?”
versi lacrime di dolore insensato
ma è quell’amore che ora non c’è.


07) Oil Trip SS 598

E’ verde questa valle,
più verde delle mie speranze,
ma non me la conta giusta
questa esse esse cinque nove otto.

Non si vede quello che c’è sotto,
tra i prati e le colline
e speriamo che presto
non diventi rosso.

Rosso come i tumori in seno,
rosso come queste fiamme,
vampate che spengono il cielo
nei pressi del Centro Olio.

Esse esse cinque nove otto,
qualcosa si muove qua sotto.
Sta per piovere a dirotto
Esse esse cinque nove otto,

Si erge come una centrale
nucleare nel deserto,
questa cattedrale
alle soglie dell’inferno.

Se si inquinano le falde
qui saranno dolori per tutti,
ammalano l’acqua,
inquinano il domani.

Quanto ci vuole per far diventare
nero tutto ciò, come il petrolio?
Nero come il senso di colpa,
di un consiglio di amministrazione?

Esse esse cinque nove otto,
qualcosa si muove qua sotto.
Sta per piovere a dirotto
e va tutto a quarantotto.


08) Ruins

Sono le nostre rovine
a venirci dietro meste,
sembrano sepolcri al confine,
la gente scappa da tale peste.

Non si vede più nemmeno
una pietra rimasta in piedi,
solo veleno nel terreno,
solo petrolio e leccapiedi.

Chorus
Lucania antica
come ti sei ridotta?
Vivi con poco,
un po’ razzista e un po’ bigotta.

La rete stradale scadente,
fra straripamenti e frane,
ponti e treni sospesi sul niente,
non ci si vede neanche un cane.

Gli operai per malasorte
sono tornati contadini.
Tutto ha sapore di morte
tra gli sfigati degli Appennini.

Chorus
Lucania antica
come ti sei ridotta?
Sembri una vecchia strega
puzzolente e un po’ mignotta.

Il chiacchiericcio inconcludente
fra pettegolezzi e sere mondane,
fiumi di parole che dicono niente,
solo da noi le cose sono così strane.

Non si assume più nessuno,
migliaia di giovani sono a spasso,
la laurea procura digiuno

non insegna l’arte del furto con scasso.

Chorus
Lucania antica
come ti sei ridotta?
Vivi con poco,
un po’ razzista e un po’ bigotta.


09) Area di sosta

Col sole aranciato basso sull’orizzonte
procediamo lenti e sorpassati dai padrepii
disegnati sulle fiancate dei tir.

Chorus
Il sonno di noia è senza sogni,

la fame senza spasimi,
il pullman ha una direzione ignota.

Riempio di carboidrati, zuccheri
e grassi l’attesa e fuori piove.
Risalendo, siamo rimasti in due.

L’autista indifferente mette nell’impianto
stereo del colosso a motore
una canzoncina mielosa di Ligabue.

E’ naturale dimenticare
l’ultimo problema esistenziale
in un’area di sosta autostradale,
tra gli sbuffi dei freni a pressione
dei tir a lunga percorrenza, di notte.

Chorus
Il sonno di noia è senza sogni,

la fame senza spasimi,
il pullman ha una direzione ignota.

La sola compagnia di un passeggero
incupito nelle sue cuffie color latte
e l’autista, che fuma una sigaretta dopo l’altra,
mi ricordano l’Epiro o la Tunisia meridionale.


10) Carnival (Strumentale)


11) Senza di te (strumentale)


12) Due derive

Siamo come due derive
che fendono il vento che arriva
dal mare nell’ora sonora
del silenzio e del tramonto.

Vi affondiamo incuranti dell’ora;
ma io non vorrei
essere in nessun altro posto
con nessun’altra persona.

In nessuna altra memoria.
Con nessun’altra fermare il tempo,
dire addio alla storia.


Indice delle musiche

01) Tonight (strumentale)
02) Petrolio (vocale)
03) Calanchi (strumentale)
04) Notte di sortilegi (strumentale)
05) Fast fud (vocale)
06) Bocconiana (vocale)
07) Oil trip SS 598 (vocale)
08) Ruins (vocale)
09) Area di sosta (vocale)
10) Carnival (strumentale)

12) Senza di te (strumentale)
13) Due derive (vocale)



Categories: Z70.02- Ruins (Testi e Musiche)

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