Mostra “Realismo magico”

 

La mostra “Realismo magico” in programma a Palazzo Reale di Milano dal 19 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022, a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli, offre una ricca e articolata panoramica sui movimenti artistici che si diffusero in Europa e negli Stati Uniti tra il 1920 e il 1930.

Promosso e prodotto dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE si tratta un progetto espositivo che punta – secondo una precisa ricostruzione filologica e storiografica del fenomeno del Realismo Magico – a far scoprire al visitatore più di ottanta capolavori di questa corrente artistica, con un allestimento curato dallo Studio Bellini.

Gli anni compresi tra la fine della Grande Guerra e la crisi del 1929 furono segnati da una progressiva crescita economica favorita dagli investimenti per la ricostruzione postbellica. Lo sviluppo economico ebbe una ricaduta positiva sul mercato dell’arte, sollecitato dalla borghesia interessata a una produzione pittorica destinata alla decorazione dei propri salotti. In un clima di ritrovata e ricercata serenità, per gli artisti fu naturale tornare alla tranquillizzante tradizione classica, rigettando lo sperimentalismo che aveva caratterizzato le avanguardie dei primi due decenni del Novecento.

La mostra offre uno sguardo nuovo sul Movimento, elaborando una nuova chiave di lettura che, a trent’anni di distanza dall’ultima mostra milanese sul tema curata da Maurizio Fagiolo dell’Arco nel 1986, Palazzo Reale torna a offrire al pubblico un’occasione unica per fare il punto su un periodo storico-artistico – quello tra le due guerre – che ha subito per molto tempo una damnatio memoriae, ma che negli ultimi anni è stato prima oggetto di una riscoperta graduale attraverso affondi monografici su singoli artisti che sono riusciti a mantenerne vivo l’interesse e ora oggetto di un vero e proprio trend di valorizzazione che culmina, dopo trent’anni di studi ininterrotti, in questa mostra corale sul Realismo Magico.

Tale cosiddetto Ritorno all’ordine coinvolse tutti i paesi del mondo, indipendentemente dalla loro situazione politica, qualificandosi come un desiderio comune di guardare all’arte del passato e di tornare a un’arte figurativa, realista di contro agli esiti astratti delle avanguardie. In ogni stato, tuttavia, il Ritorno all’ordine assunse connotazioni diverse, perlopiù legate alla propria tradizione artistica. In Italia i fautori del recupero del grande patrimonio classico e rinascimentale si raccolsero attorno alla rivista Valori Plastici, fondata nel 1918 da Mario Broglio. Alcuni di loro, come Giorgio Morandi, diedero vita a una “realismo naturalista” in cui il tema classico della copia dal vero porta a recupero di generi tradizionali della pittura come il paesaggio e la natura morta; altri, come Felice Casorati e Carlo Carrà, diedero vita a una pittura di soggetti reali ma al contempo misteriosi e inquietanti, a cui il critico Franz Roh diede il nome di “realismo magico”.

In Germania il Realismo mostrò una forte impronta politica elevandosi a strumento di denuncia sociale attraverso un linguaggio satirico e grottesco derivato dalla locale esperienza dell’Espressionismo. Denominato Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), il realismo tedesco comprese, tra gli altri George Grosz, Max Beckmann e Otto Dix. Un simile impegno politico è riscontrabile nel “realismo sociale” dei muralisti messicani come Diego Rivera, impegnati nel racconto del proprio popolo. 

Se in Italia il realismo guardava al passato, negli Stati Uniti la pittura si propone come lo specchio obiettivo del reale. Accanto ai protagonisti del Regionalismo, concentrati sulle connotazioni locali della propria pittura, soprattutto in relazione al tema dell’immigrazione, e a quelli del Precisionismo, autori di immagini tanto precise e mimetiche da essere quasi fotografiche, emerge la figura di Edward Hopper. Il suo lavoro si focalizza sulla solitudine dell’uomo nei vasti spazi urbani, visualizzata in opere memori dei quadri metafisici di Giorgio de Chirico. 

Attraverso 80 dipinti affiancati da sculture, disegni e materiale documentario la mostra “Realismo magico” a Palazzo Reale a Milano documenta con confronti e approfondimenti caratteristiche e contraddizioni degli anni a cavallo tra le due guerre, segnati al contempo da una rivalutazione del passato e da uno sguardo sul presente, dall’ottimismo della ricostruzione e dal presagio della crisi del 1929 e del secondo conflitto bellico.



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